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Trekking responsabile alla scoperta del Canyon del Colca


  Marica&Sonia   |     08/08/2015

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Oggi ci siamo avventurate in un percorso di trekking non affatto semplice in uno dei canyon più profondi al mondo. Si tratta del Canyon del Colca situato a circa 160 km da Arequipa in Perù. 
“Colca” deriva dal nome di una montagna in cui si riponevano i viveri in quanto luogo fresco e pertanto utilizzato come refrigeratore naturale. 

Per raggiungerlo è strettamente consigliato acquistare un tour presso le agenzie di viaggio locali. Ce ne sono di diversi tipi a seconda di quanto si vuole spendere. Noi, sotto consiglio di altri viaggiatori, abbiamo deciso di acquistare il tour di 3 giorni e 2 notti ad un costo di circa 40 euro. E ne siamo rimaste affascinate soprattutto grazie alla bravura della nostra guida peruviana Norma. 

Siamo partiti con un minibus da Arequipa alle 3.20 del mattino per raggiungere il villaggio di Chivai intorno alle 6. Dopo essere stati divisi in gruppi ed averci assegnato una guida, abbiamo iniziato il primo percorso, prevalentemente di discesa ripida, durato circa 4 ore. Seppur si trattasse di discesa, è stato abbastanza duro dovuto anche al caldo ed ai problemi (per chi ne soffre) causati dall’altezza elevata (sopra i 3000 m). 

Per fortuna la compagnia è stata d’aiuto. Il nostro gruppo infatti era composto da una coppia di simpatici francesi, una ragazza canadese appassionata di trekking ed un ragazzo della Repubblica Cieca che ci ha parlato del cruciale rapporto tra cibo, corpo e anima.

Abbiamo trascorso la prima notte nel piccolissimo villaggio di San Juan dove le donne del posto ci hanno preparato un pranzo tipico delle Ande a base di zuppa, riso e carne di pecora (oveja). Dopo una doccia (bella freddina) ed un riposino, ci siamo riuniti per cenare insieme prima del tramonto per poi restare a sorseggiare mate caldo (tipico tè sudamericano) sotto un cielo stellato privo di qualsiasi luce artificiale data la mancanza di elettricità. 

Il mattino dopo ci si sveglia presto e dopo una rapida colazione ci sia avvia verso il secondo percorso di trekking. Discese e salite ripide si alternano e sulla strada incrociamo dei piccoli venditori di acqua, frutta e qualche snack molto utili per riacquistare le energie e combattere il caldo. 


In alcuni paesini come Malata è possibile incontrare ancora oggi abitanti che parlano il Quechua. I bimbi di queste comunità sono costretti a camminare per ore ed ore solo per raggiungere la scuola del villaggio più vicino. Davvero ammirevoli! 

Meta finale della seconda giornata del tour si rivela un'incantevole oasi nel mezzo del canyon in cui ci siamo fermati per degustare una delle squisite zuppe locali. In tarda serata, in assenza di qualsiasi luce se non della propria torcia, ci siamo fermati ad ammirare un cielo così stellato da sembrare irreale e riscaldarci vicino al fuoco acceso con la nostra guida, scambiando chiacchiere ed esperienze con il resto del gruppo di viaggio. 

Alle 21 si va a letto perché la sveglia suona alle 4.30. Questa volta ci incamminiamo prima dell’alba per evitare le ore più calde in quanto ci aspettano quasi 3 ore di sola salita non affatto semplice. Meglio pertanto munirsi di torcia ed acqua! Una volta terminato il percorso, ci siamo diretti verso un ristorante limitrofo per un’abbondante colazione (non vedevamo l’ora) seguita da una piacevole sosta alle terme locali per poi fare rientro ad Arequipa intorno alle 17.

Il traguardo finale ha rappresentato anche un traguardo personale raggiunto un po’ per tutti noi del gruppo. È stata un’esperienza dura ma affascinante, con paesaggi incantevoli e realtà fuori dal mondo.  La parte che più ci è rimasta impressa è stata il rapporto quotidiano e reale con la gente dei piccoli villaggi locali, sempre gentilissima e molto ospitale. È stato un intreccio di vite, tradizioni ed usanze diverse che ci hanno estremamente arricchite. Un’esperienza indimenticabile non solo di trekking, ma soprattutto di turismo responsabile in cui a farne da padrona è stata la capacità della guida, e pertanto di tutto il gruppo, di farci immergere completamente nella realtà delle comunità locali. 

Consiglio per coloro che decideranno di intraprendere questo tour: viaggiare leggeri, con un cambio, una maglia pesante per l’escursione termica dopo il tramonto, torcia, crema solare, snack energetici ed almeno un paio litri di acqua in zaino. 

Ne vale la pena!!!


 

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Due instancabili viaggiatrici, con lo sguardo e i pensieri che vagano fuori dai confini del mondo.

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