Si tratta di in
uno dei deserti più grandi al mondo nonché la più grande ed elevata (a circa 3700m di quota) distesa salata del pianeta: il
Salar de Uyuni in Bolivia.
Noi abbiamo deciso di raggiungerlo dal confine argentino in quanto ubicate a Salta, città situata a nord-ovest dell’Argentina ai piedi della cordigliera delle Ande, ma è vivamente consigliato anche il percorso dal Cile attraversando il deserto di Atacama.
Abbiamo viaggiato in bus di notte (bisogna prenderne due diversi da Salta) e raggiunto la
frontiera boliviana a Villazon alle 7 circa del mattino con temperature davvero molto rigide!
La fila era eternamente lunga e, superati i controlli, abbiamo attraversato la frontiera a piedi tramite un ponte. Successivamente ci siamo messe alla ricerca di un cambio moneta per poter comprare il biglietto del bus per Uyuni presso la stazione dei bus locale.
La stazione è davvero piccola, con qualche panca di legno e piena di gente che urla orari e destinazioni dei bus anziché le monotone e noiose tabelle con itinerari!
Abbiamo pertanto preso il primo bus disponibile ed affrontato
10 ore di viaggio nel deserto. Le condizioni delle strade e dei mezzi pubblici in Bolivia sono piuttosto precarie. Il bus infatti era pieno di polvere, molto vecchio ed ovviamente senza riscaldamento, con passeggeri in piedi nel corridoio centrale pur avendo acquistato il biglietto. Guai a guardare fuori dal finestrino da quell'altezza e su quelle strade!
Durante questo piacevole percorso abbiamo anche incrociato un camion su per una piccola stradina di montagna (a detta loro a doppio senso di marcia). Non essendoci spazio sufficiente per far circolare i due veicoli, come se nulla fosse, tutti gli uomini sono scesi per iniziare a rompere le rocce laterali con mezzi improvvisati e cercare di creare un passaggio per il bus.
In tutto ciò non esistono bagni o aree di sosta, quindi scendiamo nel bel mezzo di raffiche di vento gelido cercando un punto più o meno riparato dietro le rocce sulla montagna.
Dopo circa 2 ore di attesa siamo riusciti a ripartire. Peccato che la strada fosse ancora troppo stretta per entrambi i mezzi e la peggio l’ha avuta ovviamente il nostro bus che ha rotto completamente uno dei finestrini laterali durante il passaggio, lasciando entrare una gradevole arietta di montagna per tutto il resto del viaggio.
Una volta raggiunta la città di Uyuni, recuperiamo gli zaini (ora di colore marrone-terra misto a mangime per animali contenuto nel portabagagli) e cerchiamo un ostello (qui anche chiamato Cabaña) in cui abbiamo pernottato per circa 7 euro con tanto di doccia ghiacciata, così per concludere piacevolmente il viaggio in bus.
Abbiamo acquistato anche il
tour per le saline di Uyuni presso una delle tante agenzie locali. Non c’è altro modo per raggiungerlo se non con un tour guidato data la vastità del deserto. Noi abbiamo scelto il tour di 1 giorno (pagato circa 32 euro) che includeva il tour del cimitero dei treni, seguito da un pranzo presso una famiglia locale e poi la tanto attesa visita al deserto di sale con dovuta sosta foto. Ci sono anche itinerari di diversi giorni se si vuole alloggiare una o più notti nel deserto, ad un prezzo ovviamente superiore.
La giornata inizia alla grande grazie alle nostre compagne di tour: 4 cugine cilene che urlano e cantano in auto durante tutto il viaggio, cercando di coinvolgere il nostro conducente Silvio che non siamo certe se fosse più divertito o spaventato.
Oltre alle tante risate, inutile dire che ci si trova davanti ad un paesaggio unico al mondo, dove il bianco è quasi accecante e sembra estendersi verso l’infinito con il cielo che si riflette a specchio. Suggestivo e disarmante per la sua immensità.
Al rientro dal tour abbiamo poi deciso di ripartire direttamente per la capitale boliviana La Paz, acquistando un nuovo biglietto di bus (compagnia Cruz del Norte per circa 20 euro). Questa volta ci è capitato un bus migliore ma come al solito privo di riscaldamento per 10 ore (di notte) nonostante le nostre mille raccomandazioni al momento dell’acquisto.
Ma il bello della Bolivia è anche questo. Spesso si fa fatica a comprendere come (non) funzionano le cose, ma cerchiamo di adattarci e come sempre rispettare ciò che incontriamo.