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Tour di un giorno a Chiang Rai


  Marica&Sonia   |     27/02/2018

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Siamo a Chiang Mai e, dato il tempo limitato, decidiamo di visitare la provincia di Chiang Rai tramite un'escursione organizzata di un'intera giornata.

Prenotiamo in ostello con la compagnia JourneySmile ad un costo di 1000 baht per persona (26 euro circa). Il tour prevede la partenza alle 7 del mattino e il ritorno verso le 21.30. Ci spostiamo con un minivan insieme ad un gruppo di 10 persone, accompagnate da una simpatica guida locale, Giuly.

Facciamo la prima sosta dopo circa 1 ora e mezza di viaggio. Si tratta di piccoli gayser, più che altro una scusa per fermarsi per una pausa e acquistare qualcosa da mangiare presso le tante bancarelle. Ripartiamo e dopo un'oretta circa di fermiamo per l'attrazione principale del tour: il Wat Rong Khun, meglio noto in Italia come Tempio Bianco.
Si tratta di un edificio di recente realizzazione situato a 15 chilometri dalla città di Chiang Rai. È un particolarissimo tempio buddista progettato dal pittore visionario Chalermchai Kositpipat. Quest'ultimo, infatti, ha deciso di donare alla sua città natale un'eredità che perduri nel tempo. I lavori sono cominciati nel 1997 e si prevedono ancora 39 anni per il termine di tutto il complesso progettato dall'artista. Da notare che l'intero progetto è finanziato solo ed esclusivamente dallo stesso Kositpipat. La parte esterna dell'edificio principale del tempio raffigura i peccatori che bruciano all'inferno. È infatti vietato fermarsi lungo il corridoio che sovrasta questa zona in quanto significherebbe che saremo destinati all'inferno. Più avanti, invece, si entra nell'area principale, quella del Paradiso. Come in ogni tempio buddista, bisogna togliere le scarpe e coprire le ginocchia (per le donne) prima di entrare. Il tempio è interamente realizzato in specchietti e gesso bianco, colore che indica purezza. È infatti questa la caratteristica che lo rende uno dei templi più visitati della Thailandia. Il complesso ideato dall'artista, inoltre, prevede altri edifici tra i quali i servizi pubblici all'interno di una struttura dorata. Il suo intento, a detta della nostra guida, è stato quello di dimostrare che non bisogna mai giudicare una persona o un edificio dall'esterno, ma bisogna sempre conoscere la parte interiore per giudicarlo a fondo.

Nei pressi del tempio ci fermiamo per 30 minuti anche per il pranzo, incluso nel tour, in un ristorante locale.

Proseguendo, a 15 minuti dal tempio bianco, si trova un incantevole tempio blu, il Wat Phra Kaew, anch'esso di recente costruzione. Il suo ideatore ha voluto, come nel caso del tempio bianco, creare qualcosa di unico da lasciare in eredità al proprio villaggio. Questo tempio, infatti, è fatto interamente in blu, rosso e dorato, conferendogli un aspetto maestoso e vivace al tempo stesso.

Ci spostiamo poi per la quarta fermata della giornata: The Black house. Il Baan Dam Museum, più comunemente conosciuto come “The Black House”, la casa nera, è una creazione molto particolare dell’artista Thai, Thawan Duchanee. Si tratta di una miscela di edifici in stile tradizionale nord Thailandese con altri dal design moderno e grottesco, all'interno dei quali si trovano opere d'arte visionarie e surreali piuttosto difficili da interpretare senza uno studio preliminare dell'artista.

Continuiamo il tour dirigendoci verso il villaggio delle "long neck", ovvero donne con molti anelli al collo e pertanto chiamate "dal collo lungo". Questa sosta è facoltativa. Noi decidiamo di non farla dopo esserci informate a riguardo e aver capito che si tratta di donne messe in mostra per scattare delle foto con i turisti. Chi del nostro gruppo ci è andato, ce lo ha poi confermato.

Ultima tappa della giornata è il famoso triangolo d'oro.
Si tratta infatti della zona montuosa compresa nelle zone di confine fra la Birmania, il Laos e la Thailandia. È la seconda area asiatica per importanza e dimensione della produzione dell'oppio dopo la zona della mezzaluna d'oro, che ha il suo centro di maggior produzione in Afghanistan. Il triangolo d'oro ha preso questo nome perché buona parte dell'oppio da raffinare veniva acquistata nelle città di frontiera e pagata con barre d'oro (data la difficoltà nel convertire denaro illegale estero).Verso la metà degli anni sessanta, nel triangolo d'oro ebbe inizio la produzione di eroina. Era una zona governata solo ed esclusivamente dalla mafia locale. Chiunque cercasse di entrare, veniva ucciso.

Oggigiorno è un'attrazione turistica, suggestiva per l'idea che si tratta di un punto d'incontro di tre Terre diverse e per la storia che essa racchiude. Ma, al di là di ciò, non c'è molto da visitare. Anche in questo caso si può scegliere se fare un'escursione in barca sul fiume per raggiungere le rive del Laos, ma decidiamo di evitare anche perché conosceremo  presto questo Paese.

In conclusione è stata una giornata lunga ed intensa, a tratti stancante per via delle molte ore in bus. Inoltre nessuno ci ha informato circa la presenza di queste "fermate facoltative", pertanto abbiamo dovuto aspettare in totale un paio d'ore affinché parte del gruppo terminasse il tour.
Ma rimane un'ottima opportunità per conoscere parte della vicina provincia di Chiang Rai in una giornata.

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Marica&Sonia

Due instancabili viaggiatrici, con lo sguardo e i pensieri che vagano fuori dai confini del mondo.

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