Raggiungiamo
Kuta, a sud dell’isola di Lombok, in un mini bus condiviso dove facciamo subito amicizia con un ragazzo locale il quale ci invita a bere qualcosa in serata con i suoi amici. Leggiamo delle recensioni sul web e decidiamo di pernottare presso
Diyah homestay.
Se a Bali avevamo avuto l’impressione che la gente fosse gentile, beh qui ci sembra di essere in paradiso. Tutti sono estremamente carini e disponibili ed è facile fare amicizia anche se non parlano molto bene inglese.
La nostra homestay si trova a circa 20 min a piedi dalla strada principale del villaggio di Kuta. La camera è essenziale ma l’atmosfera è super familiare. Paghiamo circa 11 euro per camera a notte e noleggiamo qui anche un nuovissimo scooter per circa 3 euro al giorno. La colazione è inclusa e prevede un pancake di banane e cioccolato oppure una omelette.
Ci sentiamo immediatamente a casa, coccolate all’interno di una vera famiglia. Ci sono anche molti ragazzi stranieri tra cui italiani, spagnoli e tedeschi con cui facciamo amicizia.
Ma il nostro vero amico qui a Lombok diventa Kim, un ragazzo di 27 anni che lavora presso il
warung Kiena (ristorantino) a 300 metri dalla nostra
homestay. Fa parte della stessa famiglia e parla molto bene inglese. La sera, infatti, ci piace andare a mangiare il suo cibo davvero delizioso e rimanere a chiacchierare con lui per farci raccontare qualcosa in più su questa magnifica terra.
Uno dei motivi per cui decidiamo di restare sull’isola per ben 10 giorni è il surf. Qui infatti ci sono spiagge per tutti i gusti: da quelle caraibiche come
Tanjung Aan, a quelle per surfisti più esperti come
Mawi, a quelle per principianti come
Selong Belanak. Abbiamo infatti preso un po’ di lezioni quando lavoravamo in Perù e cerchiamo di mettere in pratica ciò che ricordiamo. Noleggiamo dunque una tavola da surf in centro per circa 2 euro al giorno e la portiamo in scooter tramite appositi ganci laterali.
Ci rechiamo ogni mattina a
Selong Belanak a circa 35-40 min in scooter da Kuta. Qui ci sono diverse
scuole di surf ed è possibile anche noleggiare la tavola, ad un costo ovviamente maggiore rispetto a Kuta. La spiaggia è grandissima e davvero bella.
Nonostante i numerosi turisti che cercano di prendere lezione, c’è sempre spazio sufficiente per tutti. Restiamo in spiaggia ogni giorno fino al primo pomeriggio, o finché non esauriamo tutte le energie. Le onde sono piuttosto basse e si rompono subito perché si formano vicino alla riva, ma è comunque un inizio per chi ha voglia di divertirsi un po’. La spiaggia è inoltre attrezzata di bar, ristoranti e ombrelloni. Noi preferiamo l’ombra degli alberi e la compagnia di alcuni amici locali che ormai ci conoscono e ci aspettano con ansia ogni mattina. Importante munirsi di protezione 50+ e una magliettina se state tutto il giorno in mare sotto il sole cocente.
Tutto sembra andare per il verso giusto e non vogliamo più lasciare questo piccolo villaggio cosi ospitale. Ci succede infine una cosa più unica che rara: il proprietario della
homestay in cui alloggiamo ci invita al
matrimonio di suo nipote. Il matrimonio, infatti, va avanti da 3 giorni nel nostro quartiere. Tutta la famiglia di riunisce e portano dei pentoloni giganti dove cucinano per tutti e ballano e cantano e pregano. Una festa infinita insomma!
Il terzo giorno è quello in cui il villaggio dello sposo, ovvero quello in cui ci troviamo, va a visitare il villaggio della sposa a
Praya. Siamo invitate appunto durante questa occasione.
La figlia del proprietario ci presta un paio di suoi vestiti da cerimonia e ci trucca per l’occasione con il viso rigorosamente bianco. Dopo aver salutato gli sposi, ci si mette in marcia verso
Praya. Abbiamo impiegato circa 1 ora e mezza per raggiungere il villaggio, cercando di stare dietro agli altri invitati che sfrecciavano in motorino nel traffico.
Durante tutto il percorso ci siamo rese conto che tutti continuavano a fissarci e ridere. All’inizio pensavamo fosse per i nostri vestiti tradizionali indossati da occidentali. Forse era anche per quello ma principalmente ridevano perché indossavamo il casco. Ebbene sì, qui come in molti comuni italiani, il casco è un optional e guai ad indossarlo se si va ad un matrimonio con i capelli rigorosamente raccolti.
Una volta giunti a
Praya, la cerimonia consiste fondamentalmente in una specie di processione in cui uomini e donne sono divisi e sono accompagnati da una banda. Le donne ci invitano ad unirci a loro e tutti ci guardano come se fossimo due aliene. Si emozionano anche solo se sorridiamo loro e ci chiedono continuamente di fare una foto con loro, ripetendoci che siamo bellissime con questi abiti. Ci siamo sentite davvero come due vip ed è stato stranissimo. Il nostro amico Kim ci ha poi spiegato che si tratta di un villaggio che vede davvero pochissimi turisti ed è stato un onore per loro poter avere delle occidentali al loro matrimonio, perlopiù vestite e truccate a festa.
È stata
un’esperienza pazzesca, emozionante ed educativa. Ci sentiamo onorate per aver potuto prendere parte ad un rito così importante per questo popolo e di essere state trattate come due di famiglia.
Lombok è un’isola piuttosto grande ed oltre a spiagge bellissime, offre cascate, trekking in montagna e visite a villaggi tipici come
Sade village. Quest’ultimo, infatti, si trova nei pressi di Kuta ed è un villaggio tradizionale in cui è possibile passeggiare ed immergersi nella cultura di questo popolo.
Sono stati 10 giorni eccezionali e di sicuro l’isola meriterebbe più tempo per essere esplorata in lungo e in largo. Ma è ora di ripartire per la prossima avventura!
A lot of surf, nature and traditions: Lombok Island
An Indonesian island that will make you fall in love with its people, its waves and its traditions. A must-see destination!