Raggiungiamo il
Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta prima del tramonto, comprando in loco il biglietto d’ingresso di 25 dollari a persona (valido per l’entrata da 1 a 3 giorni).
Dalla strada si intravede la famosa pietra rossa che si innalza maestosa in mezzo al nulla. Subito esultiamo di gioia e soddisfazione per avercela fatta ancora una volta: siamo arrivate ad ULURU - Ayers Rocks!
Si tratta di una
roccia dal colore rosso le cui tonalità cambiano a seconda della luce del sole. È una pietra sacra per gli aborigeni del posto, con dimensioni difficili anche solo da immaginare: una circonferenza di circa 9 km, un’altezza di 864m ed una superficie che si estende sottoterra per ben 7 km!
Ci appostiamo con la nostra
Yolo nel parcheggio adibito alla vista del tramonto. I colori sono davvero favolosi! Il sole alle nostre spalle accende gradualmente di rosso fuoco la pietra sacra davanti ai nostri occhi, circondata solo da natura incontaminata e da una strana sensazione di appagante serenità difficile da comunicare a parole.
La sera andiamo a dormire in un camping gratuito a circa mezz’ora fuori dal Parco (all’interno del quale è vietato pernottare); in realtà si tratta semplicemente di un terreno in cui poter parcheggiare insieme a molti altri backpackers e godersi il buio assoluto che dà vita ad una quantità infinita di stelle.
Arrangiamo una cena a base di zuppa calda data la temperatura piuttosto rigida. È bene munirsi sempre di sacchetti per raccogliere i propri rifiuti per poter lasciare questi spazi incontaminati così come sono.
Decidiamo di svegliarci presto per poter ammirare Uluru anche alle prime luci dell’alba. Non è stato facile abbandonare la coperta dopo aver sofferto il freddo durante la notte, ma ancora una volta lo spettacolo della natura ripaga pienamente.
Verso le 10 decidiamo di unirci ad un gruppo di rangers per la camminata
Mala Walk, durante la quale ci hanno fornito informazioni molto interessanti circa i rituali condotti dagli aborigeni nelle cave della pietra, la natura geologica di quest’ultima e piccole curiosità su usi e costumi di questo popolo.
Hanno inoltre ribadito l’
importanza per il popolo indigeno di non scalare la pietra, in quanto luogo sacro. Di particolare interesse è il fatto che non abbiano voluto porre un divieto per i turisti perché credono fortemente nell’azione educativa della parola piuttosto che nell’imposizione dittatoriale di una regola. Avremmo molto ancora da apprendere da questo popolo!
Il giorno successivo visitiamo il
complesso roccioso di KATA TJUTA il cui nome significa appunto mille teste.
Decidiamo di fare delle brevi camminate: “
Valley of the wind” fino al primo
lookout Karu di 2,2 km e la “
George walk” di 2,6 km; entrambe piuttosto semplici ma con paesaggio di colore rosso che ci ha nuovamente rapite. Da amanti assolute del tramonto, ci fermiamo ad ammirare il sole ancora una volta scomparire ed allo stesso tempo illuminare questa Terra.
La sera ci concediamo uno
spettacolo unico al mondo: “
FIELD OF LIGHT” (campo di luci), ovvero un'installazione luminosa creata dall’artista britannico
Bruce Munro. Munro infatti ha pensato di creare 50mila steli che si illuminano di vari colori grazie a sfere di vetro collegate tramite una rete di fibra ottica illuminata, il tutto alimentato da pannelli solari. Potete solo immaginare la magia del deserto illuminato da un lato, quello celeste, da miliardi di stelle, e dall’altro, quello terrestre, da migliaia di luci. Da brividi!
Approfittatene se decidete di visitare questa zona entro Marzo 2018, data di fine dell’installazione. Il costo d’ingresso per persona è di 39 AUD, compreso di trasporto.Riprendiamo il viaggio in direzione del
Parco Nazionale Watarrka per poter visitare il famoso
Kings Canyon. Arriviamo verso le 11 del mattino e decidiamo di percorrere il King Rim Walk Loop di 6 km (effettuato in 3 ore circa).
Nonostante la prima parte di scalini in salita, il trekking si adatta ad amanti della natura di qualsiasi età. Qui incontriamo paesaggi con vista mozzafiato e ci perdiamo nei molteplici luoghi imponenti e silenziosi come pochi!È difficile poter esprimere a parole ciò che abbiamo vissuto.
Più che una semplice destinazione, questo viaggio al centro dell’Australia ha rappresentato un passaggio importante della nostra avventura, quasi a simboleggiare il tassello mancante che stavamo aspettando.
Non si tratta infatti solo di una “pietra in mezzo al deserto” come in molti la definiscono (in quanto fisicamente lo è), ma è tutto ciò che impregna questa Terra, dai colori che ne fanno da padroni, alle culture che la caratterizzano nella sua essenza più pura, agli spazi infiniti che danno l’idea di essere su un altro pianeta.
La sensazione più vicina a ciò che abbiamo provato è stata quella di essere avvolte da un alone magico, come se quel silenzio così perfetto volesse dirci qualcosa. In qualche modo pensiamo ci sia riuscito e speriamo di poterlo trasmettere anche a voi attraverso i nostri racconti.